Robota nervoso

  1. Fertily day 2016
    I MOTIVI PROFONDI DELLA DENATALITA' IN ITALIA

    I MOTIVI PROFONDI DELLA DENATALITÀ IN ITALIA


    La pubblicità del Governo per il Fertily day risulta di pessimo gusto; i buoni amici, contrapposti ai cattivi che fumano e di cui uno è perfino nero! Giustamente il commento de “Il Mattino” è che la pubblicità si valuta dagli effetti che suscita. Come psicologo di marketing ricorderei che la buona pubblicità nasce da una prevalutazione su un campione ridotto, un pre-testing, come si dice, che evita errori di immagine e spese inutili, cosa che evidentemente non interessa pubblicitari del Ministero. Ricordo di aver svolto tale lavoro per una ditta di prodotti macrobiotici: Cosa ne apprezzavano i clienti? Primo il gusto, poi la convivialità e infine (per ultimo) la tutela della salute; dati articolati poi per età, sesso, ideali di vita. Proprio dalle frasi di apprezzamento dei clienti, nacquero pure i criteri e la promozione pubblicitaria ulteriore.

    Tornando alla denatalità: Negli anni ’80 l’ Italia era il paese europeo con maggior natalità e di casi di handicap infantile. Nel mio lavoro di psicologo ricordo i commenti quasi costanti delle mamme: “Dio ci ha mandato questi bambini”… L’ utenza più laica diceva: “Ho comprato questo..”, già derise da insegnanti e operatori senza figli che ben sapevano come nascono i bambini. Avanzava infatti una nuova morale, più permissiva e prudente, sorretta dagli anticoncezionali e dalla penicillina che aveva sconfitto la sifilide. Ci fu poi il referendum per l’aborto e arrivò l’ AIDS. Le becere offensive ed emarginanti campagne pubblicitarie di “prevenzione” ancora lamentate dai sopravvissuti alla malattia. L’Italia divenne il paese con il minor tasso di natività.

    Come psicologo ho discusso e riflettuto su AIDS, aborti, aborti spontanei, disturbi sessuali e crisi sentimentali e coniugali. Ho anche studiato natalità e denatalità. Tra gli umani rinchiusi nei lager e gli animali rinchiusi negli zoo la natalità si azzera; cresce invece paradossalmente in popoli che si sentono in guerra e tra immigrati e ceti più poveri che confidano in aiuti economici per le nuove nascite. Il calo di natalità degli italiani sembra dipendere dal fatto che si sentono ingabbiati, reclusi in uno zoo senza uscita come ben ripetono politici e media e a proposito di profughi immigrati che ci assediano. Meglio così che peggio. Negli USA le stragi nelle scuole sembrano attribuibili ad analoghe motivazioni, aggravate dal diritto di detenere armi da guerra; come emerge da un recente programma di Rai Storia.

    Credo che fertilità e infertilità dipendano da equilibri ormonali interni, indotti dal contesto sociale, e non da piccoli vizi o virtù personali, buone o cattive frequentazioni. Nell’Italia del boom demografico (ed economico), come vediamo ancora dai film, tutti gli uomini fumavano sigarette e bevevano vino sfuso a fiaschi. All’inizio del calo demografico (lavoravo in un consultorio familiare) una collega osservò che i nuovi nati erano per lo più figli di tossicom...

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    Last Post by AdolfoOmodeo il 3 Oct. 2016
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  2. Psicolinguistica, Metrica e Stilistica nella letteratura contemporanea
    Dalla metrica alla sintassi.

    QUALCHE NOTA DI METRICA E STILISTICA
    NELLA POESIA CONTEMPORANEA di Adolfo Sergio Omodeo


    Parlando di poesia con amici e lettori, spesso emergono considerazioni di metrica e di stilistica, che rischiano però generalmente di essere travolti da concetti di estetica dati per ovvi, che credo meriti approfondire. Si può considerare la poesia rispetto alla prosa, per l’uso dei versi e della metrica. Ritengo la poesia più adatta ad esprimere sentimento ed emozioni e credo si possa osservare una correlazione tra uso dei versi e della metrica, con il respiro e il ritmo del lettore- anch’esso correlato ad emozioni e sentimenti.

    Altra funzione della metrica è quella di sostenere la memoria di chi recita la poesia, ma pure di segnalare eventuale omissione o censura sul testo. La poesia si difende quindi dal rischio di censura. Così la metrica a terzine intrecciate della Divina Commedia, e poi della poesia satirica, ha come si direbbe oggi una buona funzione di antivirus contro tagli e tentativi di modifica. Oggi che tale rischio sembra superato possiamo notare che fare poesia è un modo per cercare di superare soprattutto censure e tabù che dirò tra poco. Si dice a ragione che versi brutti e sconnessi emergono nell’espressione di sentimenti difficili complessi e contrastati. Così ritengo che, facendo poesia, riconoscere e migliorare quei versi comporta un approfondimento interiore e direi una “catarsi”.

    La poesia recente mi pare connessa oltre che dalla metrica, dalla struttura sintattica, cioè la forma della frase e il coordinamento del discorso. Come sappiamo dallo strutturalismo linguistico tale coordinamento della frase deriva dalle intenzioni del parlante ( pensiamo all’uso di un eufemismo piuttosto che una frase di biasimo ). Sempre dallo strutturalismo sappiamo che le frasi rischiano sempre di essere più o meno ambigue, e solo tale verifica può disambiguarle. Assumendo che la poesia esprima conflitti e ambiguità dell’animo umano, una certa ambiguità del testo poetico sembra apprezzabile.

    Si veda Shakespeare che a proposito del nero Otello dice: “Se la bellezza accompagnasse la virtù, vostro genero sarebbe più bello di quanto non appaia nero” e sembra con finti eufemismi anticipare il buonismo del politico “politicamente corretto”. Si vede anche Simone Converso che dice: “È così lontana l’altra costa/ quando la salvezza/ è in direzione opposta/ Non conosceremo la sua faccia/ né le nostre braccia/ riusciranno mai a stringerlo/ noi che lo aspettavamo/ per respingerlo.” qui un’alternanza di punti di vista, sorretta da una sintassi apparentemente sconnessa induce a coinvolgerci oltre i pregiudizi.

    La traduzione di poesie da una lingua ad un’altra in ogni lingua infatti ogni parola presenta delle componenti simboliche e affettive. “Mare” in francese è femminile, evocando meglio che in italiano simbologie sottese che rimandano alla madre e alla femminilità, come esprimere questo in Baudelaire che dice: “Uomo libero, tu ...

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    Last Post by AdolfoOmodeo il 15 Sep. 2016
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  3. L'ABOLIZIONE DELLA LEGGE A DIFESA DI ROM E SINTI
    UNA LEGGE PROMOZIONALE E NON COERCITIVA

    REGIONE VENETO: L’ABOLIZIONE DELLA LEGGE A DIFESA DI ROM E SINTI, CONTRASTO ALLA CORRUZIONE O MANCATO RICONOSCIMENTO DELLA LORO CULTURA?

    Abolizione di una legge promozionale di diritti di inserimento e socializzazione

    L’abolizione della Legge regionale del Veneto del 1989 a difesa della cultura di rom e sinti avvenuta il 9 Marzo viene annunciata come abolizione di norme disuse e non più commercializzabili. E la Lega dice: se hanno bisogno di aiuto si mettano in fila nelle graduatorie dell’assistenza. Il problema è che rom e sinti non sono e non dovrebbero essere un problema assistenziale ma sono una cultura minoritaria con tradizioni e valori propri, messi in crisi nelle loro attività itineranti dallo sviluppo socio-economico e dalle leggi antiterrorismo. La cultura zingara è rimasta esclusa purtroppo dalle nostre leggi sulle minoranze etniche solo perché prive di un territorio.
    Ma cosa prevedeva la legge abolita? Di rispettare e dare sbocco ai problemi di una cultura minoritaria, un tempo nomade e ora in crisi crescente indicando tre direzioni: lavoro, formazione e inserimento abitativo.
    Sull’ argomento della scolarizzazione, purtroppo si sono viste le peggiori speculazioni: corsi fittizi, a volte esami pietistici giustificati col fatto che essendo zingari non faranno nessun uso della licenza. E sono stati rimborsati costi mai tenuti….ma possiamo dire che si può abolire un diritto perché qualcuno ha speculato fingendo di attuarlo?
    Nelle nostre esperienze invece veniva data a rendere i contenuti di studio proposti funzionali alla cultura dell’utenza, proponendo preventivi di lavoro e di spesa letteratura zingara e problemi di attualità.
    Sull’argomento abitativo:
    Chi viveva in roulotte poteva stabilizzarsi acquistando un pezzetto di terra di scarsissimo valore, come le massicciate delle ferrovie e stabilizzarvisi e la legge prevedeva di favorire e riconoscere nel (PGR) gli insediamenti nei Piani Regolatori. Siamo stati l’unica associazione che ha operato per tale regolarizzazione dei piccoli campi privati, sostenuti da bravi funzionari del comune di Padova, ma nel discredito di tutte le altre organizzazioni che -senza aver letto la legge o senza averla voluta capire- visto il nessun ritorno economico per loro, ne negavano le norme.
    Sul tema lavoro:
    La nostra associazione prevedeva di inserire nelle nostre attività rom e sinti, come bidelli o nel trasporto dei bambini a scuola rimborsando e motivando gli interessati.
    Vista la diffusa attività di raccolta di metalli e favorire una cooperativa di raccolta e servizio ecologico. E si prevedeva di dedicare parte dei rimborsi dei progetti proprio agli interessati, cosa che ha portato alle più gravi tensioni con altri operatori che vedevano sottratta parte dei loro guadagni.
    Un altro aspetto essenziale nella nostra esperienza è stato quello degli affidi extra carcerari, inserendoli presso la nostra associazione come bidelli e con un progetto formativo di studio e...

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    Last Post by AdolfoOmodeo il 26 Mar. 2016
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  4. PLACEBO vs NOCEBO
    pubblicità e malocchi

    PLACEBO VS NOCEBO

    Il Placebo è un effetto curativo non attribuibile ai farmaci, ma alla suggestione mentale.
    Negli studi sugli effetti dei farmaci si inseriscono campioni di controllo che credono di essere curati con i farmaci per verificare appunto che l’effetto non sia dato da fattori psicologici.

    Ciò non toglie che l’effetto placebo sia interessantissimo da un punto di vista della psicologia.
    All’inizio dell’epidemia di AIDS furono segnalati alcuni casi di recessione della malattia, la notizia aggiungeva che si stavano studiando i possibili motivi genetici. I soggetti in miglioramento si erano fatti fotografare in postura di meditazione yoga, estremo tentativo di comunicare che stavano cercando e forse stavano trovando modalità di autosuggestioni curative efficienti.

    Le tecniche di suggestione terapeutica sono difficili da definire perché devono adattarsi alle diverse psicologie di soggetti. Milton Erickson dice che è l’ipnotizzato che guida l’ipnotista mediante piccoli segni di accettazione a rifiuto delle suggestioni. Eysenck utilizza teste di personalità per individuare le suggestioni più adatte, nonché le aspirazioni al benessere e le tendenze auto-punitive che si attivano con le malattie.

    In tal modo Eysenck ha verificato la triplicazione del tempo di sopravvivenza dopo interventi di tumori o cardiaci, pur proseguendo le terapie mediche previste; un esempio di come chirurgia, medicina e suggestioni tipo placebo possano interagire e come queste siano efficaci.
    Analogamente all’opposto è stato rilevato l’effetto di suggestioni nocive. Il cosiddetto effetto nocebo: informando i pazienti dei possibili effetti nocivi di un farmaco si raddoppia e si triplica l’emergere di tali disturbi.

    Vengo quindi a un’osservazione preoccupante- la pubblicità televisiva che utilizzando suggestioni negative rischia di risultare nociva alla salute.
    Una reclam di dentifrici dice: se vedi sangue quando ti lavi i denti potrebbe essere… è un messaggio non verbale, ma per questo più incisivo, mostra lo schermo rosso di sangue.
    Una pubblicità di yogurt è ancora più micidiale- dice con voce lugubre: credevo di essere in salute ma mi sbagliavo, ma per il mio cuore il mio colesterolo era eccessivo. Una nuova variante della reclam dice: con voce dal lamento funebre: credevo che mia mamma fosse in salute, mi sbagliavo… dove l’atroce mestizia della voce rafforza la nocività suggestiva del messaggio.
    Le due pubblicità sono volte ad accentuare il malessere degli ascoltatori, due messaggi nocebo.

    Certi psicoanalisti hanno pensato che la nostra cultura religiosa induca una certa compiacenza della sofferenza, io credo con Melanie Klaine che a partire dalla primissima infanzia dolori e malessere come ad esempio un mal di pancia vengano interpretati inconsciamente come punizione, punizioni meritate e quindi accettate.
    Melanie Klaine introduce in psicoanalisi il termine di “ malocchio”, inteso come intenzione di nuocer...

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    Last Post by AdolfoOmodeo il 26 Mar. 2016
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  5. BASAGLIA & CO.
    Nascita dell'antipsichiatria

    Basaglia & Co.

    Basaglia: un cane morto? Un marxista a sua insaputa? Da frasi come queste, letti in articoli presunti seri ebbi tempo fa l’idea di ripensare a Basaglia: ripensare alla complessità del suo operato, e a quella del contesto di allora. Gli altri del periodo, che hanno contribuito alla mia formazione e alla cultura dell’antipsichiatria italiana. da Terzian a Dalla Barba
    Avevo conosciuto Terzian ad un convegno sindacale sulla salute. Raccomandava agli operai di non fare operare di appendicite le ragazze loro figlie ,come allora la moda medica suggeriva, guidando a pensare che quei dolorini interni di cui potevano soffrire potevano essere correlati alla loro nascente e conflittuale sessualità. l’intervanto avrebbe rappresentato una punizione non cosciente. Una lezione di derivazione freudiana, pensai. Venne varie volte da Verona alle nostre iniziative culturali a Padova. Spesso concludeva i suoi interventi con una favoletta zen: in un paese di feroce dittatura si trovavano in carcere un uomo politico, un povero sciocco, e un uomo qualunque, il politico si ingegna per l’evasione, dice all’uomo normale : aiutami, cosa fai? Dice quello, sto cercando di capirmi con questo povero sciocco. Se riusciamo ad evadere non vorrai mica lasciarlo qui. Quando nascevano i primi centri antidroga aveva organizzato un convegno di operatori e tossicodipendenti, insieme per raccogliere idee e proposte L’ultima volta che vidi Terzian era diventato rettore a Verona, e stava promuovendo un incontro tra università, sindacati e imprenditori, cercando di avviare quello che si auspicava: la gestione sociale dell’università e della ricerca
    Il gruppo del PCI di psicologia, di cui ero segretario, aveva promosso una assemblea per chiedere la “gestione sociale” della facoltà e svolgere tirocini nella realtà sociale. Conobbi Dalla Barba, direttore del reparto di neurologia di Monselice per proporgli di svolgere tirocini di psicologia nel suo reparto, cosa che fu accettata. Gianpietro Dalla Barba, prima che neurologo era stato psicologo militare, anche lui come Terzian si poneva il problema del rapporto tra psichiatria e società. Per esempio diceva che occorreva distinguere almeno tre tipi di alcolismo con le loro diverse dinamiche: l’alcolismo alimentare di chi, come i muratori che lavorano all’aperto, combatte fame e freddo, quello da bar, dei disoccupati che cosi socializzano e ultimo quello “per dimenticare” più borghese e soggetto a interpretazioni psicoanalitiche.
    Lessi su sua indicazione Camon, “Un altare per la madre”, nuova mitologica edipica, come mi fece notare. Lessi Zanzotto come poeta che accettava di guardare l’inconscio, e che citai nel mio libro psicologia per operatori sociali. Lessi “Fiori per Algernon” storia di un fantascientifico intervento neurologico su un debole mentale, e delle impreviste evenienze sociali e mediche. Disse: come Omodeo tutti da giovani siamo stati affascinati dalla psicoanalisi. Poi mi suggerì di studiare il tr...

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    Last Post by AdolfoOmodeo il 24 Feb. 2016
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  6. PERSEGUITATI Babbo Natale, Befane , Presepi
    A rischio anche i calendari interculturali?

    PERSEGUITATI Babbo Natale, Befane , Presepi
    A rischio anche i calendari interculturali?


    Subito dopo la seconda guerra mondiale, Levy Strauss analizzava un fenomeno sociale allora in corso,. Nella Francia che risolleva appena la sua economia, si aggirava la figura di origine nordamericana di Babbo Natale, e la Chiesa Cattolica tentava la sua condanna a morte, bruciandolo in effige sul sagrato delle chiese. Tale martirio ne comportava però una sorta di santificazione, ravvivando e integrandosi con altri miti e riti di regalini per i bambini, come Santa Claus e San Nicola dalla barba bianca, che il famoso antropologo nota rimandino al rapporto tra le generazioni; ma aggiungerei pure Santa Lucia e la Befana e il quasi totemico Ceppo di Natale destinato a bruciare per giorni, tra Natale e l’Epifania, simboli di rinnovamento cosmico.

    L'anno scorso in Veneto sono state praticamente vietati i tradizionali roghi della Befana, festa che il Papa spiegava essere rivolta all'intercultura dato che i Magi venivano da vari paesi. Quest'anno il vescovo di Padova ha auspicato che non si facciano presepi per non indispettire i mussulmani. Così mi viene in mente che il presepio è stato inventato da s. Francesco , respinto dai Crociati dalla Terra Santa perché aveva convinto il sultano alla pace e alla possibile convivenza interreligiosa a Gerusalemme. Ho preparato un bel presepio di statuine nere africane e lo espongo sulla finestra. come messaggio di pace visibile ai passanti. Ma sono persuaso che non siano le religioni che si scontrano ma le istituzioni che le manovrano o le strumentalizzano ..Il brano è già pubblicato sul mio mio blog "robota nervoso". ho inserito il rimpianto per i roghi della befana che divertivano i bambini più poveri, nel mio recente libro "Zingari e No".


    Per anni con l’Associazione Progetti Interfaccia abbiamo promosso la diffusione di calendari interculturali per i bambini italiani e non. Il calendario, va preparare ogni anno con una ricerca specifica,un tempo rivolgendosi a persone delle altre culture,coinvolgendole ,più recentemente su internet. Così il calendario riportava le feste dei diversi culti e le feste nazionali dei popoli,quasi sempre legate alla loro emancipazione dal colonialismo.
    I bambini partecipano alla Befana che venivano propagandate nei negozi stranieri,veri ritrovi di culture,e ricevevano calzette di vera lana con dolcetti (calzetti e dolcetti regalati da negozi arabi,cinesi e africani).Illustravano il calendario interculturale con la loro festa preferita e lo portavano a scuola dopo le feste per esporlo in classe.

    Riferisco la vicenda dei rapporti con i marocchini e mussulmani. Un Bazar di marocchini marsigliesi promette con entusiasmo di regalare i calzetti di lana per i bambini, dico che la befana mi pare un’occasione di festa per i bambini tutti. Un papà con bambina dice ironico: Ci siamo accorti di essere in Italia! Poi dicono che per tr...

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    Last Post by AdolfoOmodeo il 24 Dec. 2015
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  7. SCONTRI CULTURALI e\o razzismo
    pregiudizi striscianti

    SCONTRI CULTURALI e\o RAZZISMI
    >> I politologi, in Tv, dicono che la paura dell’Altro è inevitabilmente crescente sentendosi l’Europa minacciata dai grandi flussi migratori, e che quindi i politici, rappresen-tanti democratici del popolo, hanno quasi il dovere di farsi carico di tali paure. Ma perché non coltivare, invece che la paura, altre emozioni come la curiosità e la simpatia per chi viene a convivere con noi? Secondo la psicologia, la paura è un’emozione, e come tale provoca una breve crisi interiore, un ripensamento dei nostri schemi, per aggirarli. Se invece la paura permane e diviene costante, diventa patologica; non a caso vediamo diffondersi le patologie delle crisi di panico.
    A proposito di invasioni e paure ricordo che quando i nazisti invasero la Danimarca chiesero al Re di fare esporre la stella di Davide sul petto degli ebrei. Il Re rispose: «da do-mani farò sì che io e tutto il mio popolo portiamo la stella». Ancora oggi i danesi narrano il fatto con orgoglio e coinvol-gimento. L’alternativa alla paura non è una sola: potrebbe essere il coraggio fino alle sue tendenze estreme come l’eroismo o il sacrificio (fin troppo elogiati per i patrioti e i soldati in guerra). Ma anche si potrebbe superare la paura coltivando la curiosità, il gioco e la comprensione intercultu-rale con l’Altro, come abbiamo tentato nelle nostre iniziative di animazione interculturale. Oppure con la prudenza, l’attenzione, il rispetto reciproco e far capire che si è lì per fare qualcosa e non per curiosare o giudicare, come già decenni fa a New York, la polizia suggeriva ai bianchi che si recavano nei quartieri dei neri. Tuttavia quando riferii queste raccomandazioni in un dibattito televisivo sulla sicu-rezza fui tacciato di essere fascista e liberticida da parte dei politici che auspicavano più controlli di polizia.
    Leon Festinger ha studiato a lungo la psicologia del pregiu-dizio. Prima ha scoperto che invertendo articoli di giornali di destra e di sinistra, i lettori delle diverse fazioni non sospet-tano lo scambio e continuano a interpretare gli articoli se-condo la loro ideologia. Si direbbe che non c’è nessuna speranza contro i pregiudizi. Successivamente Festinger ha verificato che il pregiudizio si supera però tramite interazio-ne umana spontanea. Grazie alle telecamere di sorveglian-za ha verificato che, nei grandi condomini, inquilini di diver-se etnie vivono tendenzialmente raggruppati tra loro senza scambi con gli altri. Solo grazie a incontri fortuiti e cortesie spontanee, come tenere aperto il portone, iniziano prima a salutarsi e poi, anche nel giro di anni, a fare amicizia. Negli anni settanta a Torino e Milano, città note allora per il razzi-smo contro gli immigrati meridionali; dopo le grandi lotte sindacali il problema razzismo è quasi scomparso, grazie all’interazione sui cancelli delle fabbriche in lotta.

    Il pregiudizio opera anche a nostra insaputa, ma occorre controllarlo. Come dice Primo Levi in “Se questo è un uo...

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    Last Post by AdolfoOmodeo il 2 Sep. 2015
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  8. LINGUISTICA, SIMBOLI, RUOLI E VALORI nel marketing interculturale . Adolfo Sergio OMODEO , Studio
    strategie di marketing interculurale

    LINGUISTICA, SIMBOLI, RUOLI E VALORI nel marketing interculturale .

    Adolfo Sergio OMODEO , Studio di Psicologia Relazionale, Padova.



    Una decina di anni orsono mi fu chiesto di elaborare un progetto formativo per managers impegnati nel commercio in Sicilia. Mi fu detto che molti bravi giovani dirigenti dell’isola, impegnati, preparati e possibili ottimi operatori, sembravano soffrire di una sorta di complesso di inferiorità verso il contesto nazionale, per cui non arrivavano mai a divenire propositivi e competitivi come richiesto dalla professione. Il progetto che elaborai portava il titolo Manager – Italia - Europa e proponeva una strategia formativa basata su giochi di ruolo ed esperienze di analisi e gestione della componente emotiva della professione, costruendo peraltro un obbiettivo aggregante nel nuovo contesto della dimensione europea. Qualche tempo dopo con mia sorpresa mi fu chiesto di svolgere quel tipo di corso non in Sicilia, ma a Bolzano, dove si riscontravano analoghe difficoltà di autostima nei possibili responsabili del settore commerciale. Accettai così di gestire alcuni seminari formativi per operatori commerciali, esercenti, commessi e esperti pubblicitari, corsi promossi dalla Provincia Autonoma di Bolzano, la Confesercenti e l’Agenzia di formazione Tangram.

    Come detto furono svolti vari corsi con piccoli gruppi, proponendo essenzialmente esperienze psicologiche di gruppo, volte alla comprensione e alla gestione di fenomeni relazionali legati alle attività commerciali I corsisti erano generalmente delle due etnie e data la mia ignoranza del tedesco la lingua adottata nei seminari risultava l’Italiano

    Bilinguismo e marketing; comunicazione e autostima. La mia conoscenza della situazione bolzanina specifica era limitata a quanto riferitomi dagli organizzatori, il metodo del brain –storming, un gioco di gruppo in cui si costruisce l’analisi di una situazione sommando il contributo breve e sintetico di tutti i partecipanti, su una lavagna e poi ridiscutendolo ha portato a esplicitare una serie di indicazioni e problemi. Bolzano era una delle città d’Italia con maggior numero di esercizi commerciali ma con un minor giro di affari. Italiani e tedeschi sembravano preferire negozi del proprio gruppo etnico, ma in caso di incertezza evitavano negozi sconosciuti D’altra parte il tedesco parlato a Bolzano risultava essere un dialetto diverso dal tedesco studiato a scuola o nei corsi e la lingua degli Italiani (in gran parte immigrati durante il fascismo) risultava composta da dialetti meridionali spesso divergenti da zona a zona.:. In sintesi la funzione della comunicazione linguistica più che favorire l’intesa sembrava quella di segnalare la differenza dello straniero, come acutamente nota Desmond Morris, l’autore de la scimmia nuda.

    Un gioco di gruppo: one – tow way comunication (Pfeifer e Pfeyfer) nato e utilizzato per la formazione dei manager, ha portato a considerazioni estremamente intere...

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    Last Post by AdolfoOmodeo il 4 Mar. 2015
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  9. 2015 – L’ULTIMA BEFANA
    Dalla paura del “diverso” al terrore del cambiamento

    2015 – L’ULTIMA BEFANA
    Dalla paura del “diverso” al terrore del cambiamento

    Nel telegiornale della vigilia dell’Epifania,una Tv locale vicentina si annuncia che in un paese della zona la Lega sta raccogliendo firme per fare allontanare dei nomadi che sostano nel parcheggio di un centro commerciale disuso. Il Sindaco , una signora, intervistata dice che in collaborazione col Comandante dei Vigili sta procedendo a modificare il regolamento comunale per poter intervenire. La Tv avverte poi che a Vicenza da quest’anno sono assolutamente vietati i tradizionali “ roghi della Befana” . esclusi un paio predisposti e già autorizzati .

    La Befana non porterà più neanche il carbone ai cattivi bambini nomadi,

    Una dozzina si anni addietro ,collaboravo con un’associazione di promozione sociale ; veniva Natale e non avevamo nessuna risorsa per fare festa: nei campi nomadi e pensammo di fare il Rogo della Vecchia. Guidati dagli operatori i bambini costruirono il grande pupazzo di carta e stracci, tracciarono la faccia, lo rivestirono e gli posero uno scialle sulla testa. Lo portarono in processione tra le roulottes, poi lo issarono sull’argine e fu incendiato. Avevamo detto che così venivano bruciate le cose brutte dell’anno precedente, tirarono sassi e palle di neve, noi brindammo con gli adulti e offrimmo caramelle e noccioline americane ai bambini. Tornato a scuola un bambino scrisse nel tema: per Natale noi Sinti non facciamo l’albero e i regali, facciamo un pupazzo con tutti i vestiti e gli stracci vecchi dell’anno precedente e lo bruciamo ballandoci intorno. Così facciamo la nostra festa.

    Il Rogo della Vecchia diverte, coinvolge e aggrega, tuttavia, come nota Gianluigi Secco, musicologo e studioso di tradizioni popolari, questo rito atavico e diffuso in tutte le culture, è sempre più malvisto e contrastato soprattutto dalle Istituzioni, Secco ricorda che il fuoco è un simbolo archetipo di rinnovamento e questo sarebbe il motivo di tanto odio dei benpensanti e delle istituzioni. In varie occasioni in cui ripetevamo il rogo della Vecchia nei campi nomadi, qualcuno chiamò i carabinieri, giunsero in volata, ma subito scherzarono con tutti e brindarono con noi. Aggiungo che i Vigili del Fuoco che avevo interpellato su richiesta del Comune confermavano che nulla vietava il rito, rispettando la prudenza e il buon senso. Colgo qui l’occasione per esprimere stima e riconoscenza a quelle Forze dell’Ordine che ho spesso visto partecipi e rispettose, a controllare ma anche a guidare e sostenere questa utenza povera, disadattata e perseguitata .


    L’Associazione Interfaccia non si occupa solo di Rom e Sinti ma in generale vuol favorire l’incontro interculturale. Nel quartiere dell’Arcella a Padova, un ladro di auto era stato inseguito dalle forze dell’ordine, pistole in pungo, fin dentro i negozi africani, che lamentavano un approccio razzista. Proponemmo la befana in collaborazione con i negozi africani, arabi e cinesi, che offri...

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    Last Post by AdolfoOmodeo il 5 Jan. 2015
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  10. MATRIGNE e FRATELLASTRI
    dalla poligamia araba ai figli di secondi matrimoni

    FRATELLASTRI E MATRIGNE tra antropologia e psicoanalisi

    Molti anni fa, un giovane marocchino, studente di scienze politiche, si rivolge a me per una psicoterapia. Riferisce di soffrire fin dal suo arrivo in Italia di emicranie e mal di testa insostenibili; di cui peraltro mai aveva sofferto in precedenza, e giudicate di origine psicosomatiche dal medico. C’è qualcosa nell’aria in Italia che lo fa stare male? Deve tornare in Marocco? Dai colloqui emerge che è figlio di una famiglia piuttosto abbiente: suo padre secondo il costume musulmano ha varie mogli e molti figli, e il paziente è unico figlio dell’ultima moglie e il preferito dal padre. E’ anche l’unico figlio che segue gli studi universitari. Nei colloqui commenta che la sua venuta in Italia provoca forse ansia e solitudine nei genitori e sicuramente invidia nei fratelli. I suoi mal di testa sembrano un doloroso richiamo quasi telepatico alla sua famiglia lontana.

    Nel corso di vari incontri, il giovane aderisce all’interpretazione che il suo disturbo, attribuito al clima, ha invece proprio la funzione di impedirgli di studiare, superando i fratelli maggiori, ed è forse un’autopunizione non cosciente per aver lasciato i genitori. infatti l’emicrania è un dolore provocato da una contrazione muscolare che preme sui vasi sanguigni e indirettamente sui nervi e può essere attivata da tensioni involontarie. In seguito il giovane sembra ridurre l’impegno verso gli studi e riduce effettivamente i suoi mal di testa. Dopo circa un anno torna a casa in vacanza ma rimane lì, forse trattenuto da dinamiche iperprotettive. Il caso riferito sembra esprimere una dinamica edipica particolare, quella dei sentimenti tra fratellastri in un contesto poligamico

    A questo proposito citerei anche una favola magrebina popolare che ho trovato tempo dopo; favola che, come osserva Freud a proposito dei miti, sembra esprimere tramite la creazione letteraria verità generali sulle dinamiche dell’inconscio umano. La favola è particolare in quanto riferita a famiglie poligame analoghe al caso sopra trattato, e esplicita una partecipazione affettiva, quasi telepatica tra fratellastri (cfr. Youssef Nacib, Contes Du Djurdjura,, editions andalouses.Algeri, 199, e la mia traduzione italiana sul sito Gina Labriola). Due spose dello stesso marito hanno partorito due figli identici a cui hanno dato lo stesso nome. Una delle due spose muore…, La sposa rimasta, individuato con un artificio il proprio figlio, perseguita l’altro con ogni cattiveria, finché questi decide di partire., e lascia un albero di fico al fratellastro, che con il suo stato lo informi costantemente sulla sua salute, Strada facendo aiuta vari allevatori contro animali predatori, ottenendo la loro riconoscenza, finché arriva ad un villaggio dove la figlia del re sta per essere sacrificata all’ “Idra”, mostro della fontana che la divorerà su un piatto di cus cus. Lui la salva combattendo l’Idra e va via, lasciandole la sua scarpa in ricordo. Tramit...

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    Last Post by AdolfoOmodeo il 29 Nov. 2014
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