Robota nervoso

  1. LETTERATURA e DISABILIT.A'
    una via di comprensione psicologica

    Adolfo Sergio Omodeo
    LA SCRITTURA DELLA DISABILITA’

    << Odio che mi si disturbi il sabato pomeriggio, ma naturalmente sono uscito dalla stanza e ho sceso le scale E tu sai com’è, che scena patetica sia, prima la gamba buona, poi quella matta, poi il bastone, gamba buona, gamba matta, bastone, comunque sono arrivato in fondo, vecchio ben oltre i miei anni, e la pelle di un grigio così cachettico che persino tu avrai notato il dolore che provavo, un dolore cronico… >> Così il protagonista ,de “Il morbo di Haggard” ,di McGrath esprime le complesse difficoltà, da quelle fisiche a quelle emotive che si possono sommare proprio nei momenti sociali più impegnativi per chi utilizza ausili – Un riferimento letterario sembra peraltro utile per affrontare i problemi umani correlati all’uso del bastone come ausilio ,

    Come nota Freud i poeti hanno la capacità di esprimere problemi umani che la psicologia deve ancora trovare il modo di analizzare – e l’osservazione è fatta proprio in riferimento al mito di Edipo , che come dice il nome, zoppicava alquanto e forse per questo risultò per quanto giovane , già esperto e maturo per risolvere l’enigma della Sfinge . . e forse per effetto del trauma psico-fisico remoto risultò così violentemente restio a scendere nel fosso per fare passare il corteo regale .


    Ricordate “la caduta” del Parini ? è il primo testo letterario che viene in mente sul tema delle difficoltà comportate dalla disabilità: Dice il poeta; << e per avverso sasso \ mal tra gli altri sporgente \ o per lubrico passo \ lungo il cammino stramazzar sovente … >> e prosegue descrivendo il dileggio dei bambini che si muta in turbamento e l’aiuto e la banale comprensione del passante che lo soccorre. Sul motivo della caduta, sulla sua dinamica specifica, il Parini glissa, e si nota una certa eccessiva brevità e superficialità , che direi esprime il disagio ad analizzare i propri cedimenti, comprenderli e possibilmente evitare che si ripetano.

    Dopo il Parini, il romanticismo si è spesso compiaciuto di proporci i temi della disabilità e farci immedesimare in essi : Victor Hugo ci propone il travaglio de “l’uomo che ride” e del gobbo di Notredame, le loro passioni ache erotiche e l’emarginazione, il pregiudizio di cui sono oggetto . Louis Stevenson ne “l’Isola del Tesoro” evoca il sofferto e malvagio pirata privo di una gamba, che fa il cuoco di bordo legandosi al banco della cucina per non cadere per i movimenti della nave, e infine usa la stampella come arma micidiale per difendere il tesoro ritrovato

    Più recentemente ricorderei G.M. Marquez che in “occhi di cane azzurro” ci propone la vita interiore di disparate disabilità, a partire dal tipo paralizzato che da quando fu detto alla madre che avrebbe vissuto come morto , viene mantenuto in una bara adatta dove vive di luci, odori e sogni. Fiori per Algernon, titolo del famoso romanzo di Keyes che narra un fantascientifico e travagliato esperimento...

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    Last Post by Cristina1 il 19 Feb. 2014
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